Alejandro Valverde: “Il ciclismo di oggi è più difficile, tra il primo e il 200° la differenza è minima”

Il livello raggiunto dai ciclisti professionisti è sempre più alto ed emergere è sempre più difficile. In sintesi potrebbe essere questo il pensiero di Alejandro Valverde sul ciclismo moderno. Intervenuto nella conferenza stampa della Cartagena de Indias 2025 Movistar Challenge, una gara riservata agli amatori a cui parteciperà il 17 agosto, l’ex campione del mondo ha analizzato il momento vissuto dal movimento spagnolo, per poi affrontare il tema da una prospettiva più ampia. Tra un fisiologico ricambio generazionale e campioni affermati, le parole del nuovo CT spagnolo guardano con fiducia al futuro della Spagna sui pedali.

Secondo il 45enne, che ritiene ci siano ancora “buoni” corridori fra i suoi connazionali in gruppo, se gli spagnoli “non stanno vincendo tante gare come in passato”,  questo “è dovuto a un cambiamento generazionale” e non vede una crisi del ciclismo iberico in termini assoluti. “Ci sono stati momenti migliori, momenti peggiori e ora siamo in un periodo di transizione, dal quale prima o poi arriveranno vittorie e successi”, relativizza l’ormai 45enne murciano, che ha poi spostato la riflessione sul paragone tra il ciclismo del suo periodo d’oro e quello attuale.

“Il problema è che prima c’erano 200 corridori e, di questi, venti erano preparatissimi a livello alimentare e di preparazione, quindi tra quei venti e gli altri 180 c’era una differenza abissale”, ha spiegando, sottolineando come invece nel ciclismo moderno queste differenze si sono sempre più assottigliate: “Ora tutto è diventato più tecnico: l’alimentazione, le bici, i ritiri in altura…tutto è migliorato. Pertanto, la differenza tra il primo e il duecentesimo è minima“.

Il selezionatore della nazionale iberica chiaramente ci sono delle eccellenze che si distinguono per lo straordinario livello raggiunto, citando uomini come Tadej Pogačar, Remco Evenepoel, Mathieu van der Poel e Wout van Aert, le differenze tra loro e gli altri sono minori di quanto poteva succedere fra lui, i suoi rivali diretti e il resto del gruppo. Per questo, ritagliarsi il proprio spazio per emergere diventa sempre più difficile.

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